Bologna: pensate di conoscerla, e invece… la vecchia città emiliana, la zona universitaria per eccellenza, è ricchissima di angoli e di zone segrete, come tutte le città davvero vecchie e davvero grandi.

Sono spunti interessanti per visitare Bologna in modo diverso dal solito, ed in particolare c’è una sorta di “leggenda metropolitana” (che come vedremo, molto leggenda non è) sui cosiddetti sette segreti di Bologna.

Ma di che cosa si tratta? Si tratta di una tradizione, di tragitti che i bolognesi conoscono e che non sono mai ufficiali (alcuni cambiano di zona in zona).

    1. La Piccola Venezia di Bologna.
      Si trova in Via Piella, vicino al numero 16. In sostanza è una parte della città, molto piccola, che sorge sui canali; infatti sotto Bologna ci sono diversi canali che sono usati per il funzionamento dei mulini ad acqua, e in questo punto della città è possibile scorgere l’acqua con le case che vi si affacciano. Sembra quindi uno scorcio di Venezia, e da qui il nome. Si tratta di un luogo molto suggestivo, soprattutto quando c’è l’acqua, e non sono in moltissimi a sapere della sua presenza. Se decidete di andarci, portate con voi una macchina fotografica!
    2. L’erezione di Nettuno. Si tratta di un curiosissimo e malizioso particolare, che deve tutto ad un gioco di prospettive talmente azzeccato che viene difficile credere che l’autore della statua non ne fosse a conoscenza…
      Siamo in piazza Maggiore, dove c’è la statua di Nettuno. Mettendosi in un punto preciso (la pietra scura della Sala Borsa) il dito di Nettuno sembra l’organo genitale maschile… secondo la leggenda lo scultore creò apposta questa illusione ottica per vendicarsi del fatto che la Chiesa non gli permise di fare un Nettuno con genitali più grandi.
    3. La scritta segreta.
      Nell’Angolo fra Via Indipendenza e Via Rizzoli, sotto la Torre Scappi, si trova una volta dove c’è scritto: “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitita”. Questa scritta in latino significa “Il pane è vita, la cannabis è protezione, il vino è gioia”.
    4. Il vaso rotto sulla cima della Torre. All’incrocio fra Via Zamboni, Via Rizzoli e Strada Maggiore si trovano la famosa torre degli Asinelli, il simbolo di Bologna. Proprio quella torre sulla quale nessuno studente universitario sale prima della laurea, perché secondo la leggenda porterebbero molta sfortuna.
      Ecco, in cima alla Torre degli Asinelli si trova un vaso rotto: non si sa che cosa faccia lì, comunque c’è, ed è uno dei sette segreti di Bologna.
    5. Il telefono del Voltone del Podestà. Al Voltone del Podestà, sotto Palazzo del Podestà, sempre in Piazza Maggiore, ci sono delle colonne che permettono di fare il gioco del telefono senza fili. In sostanza ci si mette ai due angoli opposti delle colonne, in diagonale; quindi dovete parlare attraverso le colonne, e, magia, sentirete la voce chiarissima dell’altra persona, come se fosse proprio accanto a voi.
    6. Le tre frecce. Sulla strada maggiore 26, sul soffitto di legno del portico di Corte Isolani, poco prima di entrare, potete vedere che sono conficcate tre frecce. Secondo una leggenda, tre briganti dovevano ammazzare un uomo, quando una bella ragazza si affacciò senza veli alla finestra, e loro furono distratti; ecco perché le frecce partirono un po’ a caso, andandosi a conficcare nel soffitto.
    7. La scritta in Via Zamboni. Secondo la leggenda, in via Zamboni 33, a Palazzo Poggi, dove si trova l’università, una delle cattedre della sede sarebbe inciso la frase “Panum resis”, vale a dire “la conoscenza è la base di ogni scelta”. Non si sa se davvero questa frase esista o sia solo una leggenda metropolitana, questa volta sul serio.