Non esiste cultura slegata dalla propria posizione geografica. Questo è vero per tante cose, ed è vero a maggior ragione per il karate, una disciplina legata a doppio filo alla propria terra natale.
Grazie all’aiuto di Fabrizio Montanari, titolare di Watabi, agenzia esperta di viaggi in Giappone, in questo articolo ti raccontiamo la storia di questa arcana tecnica di combattimento, e ti diremo dove è nata e dove si è sviluppata in Giappone.

Karate di Okinawa: la storia

Il karate è un’arte marziale che prevede la difesa a mani nude, utilizzando tecniche come la spinta, il calcio, la difesa, la rotazione, il lancio e molte altre. È nato ad Okinawa dalla fusione delle antiche arti di combattimento della zona, il Tei Isolano, con lo stile di lotta cinese Kempo’.

Ormai è una disciplina accettata in tutto il mondo come mezzo di autodifesa, sport e allenamento spirituale, ma è stato soltanto dopo l’introduzione all’interno delle discipline facenti parte dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 che il karate ha iniziato ad attirare una maggiore attenzione a livello mondiale.

La storia del karate e la sua diffusione

Le origini del karate nel Tei, tecnica di autodifesa tipica dell’antico Regno di Ryukyu, l’arcipelago delle isole di Okinawa dove attualmente vi sono situati oltre 380 Dojo. Non è possibile sapere se esistesse già una forma di combattimento autoctona, ma si crede che fosse già praticata un’arte “segreta”: l’Okinawa-te. Questa tecnica successivamente si fuse con le arti marziali cinesi per creare le basi del karate.

Il primo maestro delle Ryu-kyu fu Kanga Sakugawa di Shuri (1733-1815), signore di Okinawa ed esperto di Tei, il primo tra i maestri dell’epoca a provare una razionalizzazione delle arti diffuse a Okinawa.

Le prime rudimentali forme di karate si svilupparono principalmente nelle tre aree di Okinawa denominate Shuri, Naha e Tomari, in seguito inserito nei programmi scolastici di Okinawa per poi spostarsi rapidamente anche nel resto del territorio giapponese. Dopo essere stato introdotto sulla terraferma, il karate continuò a diffondersi tramite i seminari universitari e quelli tenuti dagli istituti militari.

L’allenamento del karate è una pratica tradizionale che prevede la ripetizione di movimenti a corpo e mano libera, raramente vengono utilizzate tecniche di lotta con strumenti. Per chi intende imparare l’arte del karate di Okinawa è fondamentale imparare una particolare forma mentis: un’attitudine mentale tramandata dagli antichi per raggiungere un perfetto equilibrio tra allenamento fisico e spirituale. Lo scopo è quello di sviluppare allo stesso livello la forza, la perseveranza e la capacità mentale dell’individuo.

Come in tutte le arti marziali, anche nel karate è obbligatorio utilizzare un abito apposito che è il karate-gi, composto da una giacca (uwagi) e un paio di pantaloni (zubon) di cotone bianco e da una cintura (obi). Il colore della cintura è un riferimento all’abilità dell’allievo, assegnata con il superamento di appositi esami.

Il concetto originario di karate di Okinawa

Originariamente il karate era concepito come un insieme di tecniche volte all’autodifesa ed al perfezionamento di corpo e mente. Il concetto di karate come disciplina sportiva che abbiamo oggi non esisteva.

Non è un caso che lezioni e combattimenti di karate inizino e finiscano sempre con il ringraziamento ed un inchino: secondo molti scritti dei grandi maestri della disciplina, il karate è nato come attività pacifica. Infatti, nonostante la concezione moderna veda il karate come una forma di combattimento, uno dei suoi principi fondamentali “non provocare scontri”. Oltre ad avere grande ammirazione per i sentimenti pacifici, tra i primi concetti ad essere insegnati al dojo vi era (e resta ancora oggi) la gratitudine.
Tutte le scuole di karate tradizionale tramanda agli allievi i principi morali, enunciati nel Dojo Kun, che devono guidare la pratica della disciplina. Altri principi celebri del karate sono:

  • “Non fare mai nulla per sfoggiare il tuo potere e non creare conflitti per primo.”
  • “Non trascurare l’allenamento quotidiano.”
  • “Piuttosto che padroneggiare la tecnologia, migliora il tuo fisico ed il tuo cervello.”
  • “La miglior vittoria è quella raggiunta senza il combattimento.”
  • “Cerca di impegnarti costantemente”

Il karate originario di Okinawa si è diffuso in tutto il mondo soprattutto negli ultimi decenni e ad oggi si contano milioni di appassionati in oltre 150 paesi. Tale successo è stato possibile grazie agli sforzi di molti karateka attivamente impegnati in attività di diffusione della disciplina all’estero. Inizialmente erano ammessi solo gli uomini alla pratica e allo studio di questa disciplina, ma col passare dei secoli anche le donne hanno iniziato a praticarla. Ad oggi il karate è praticato sia in versione sportiva che per autodifesa.

Nel calendario degli eventi importanti legati a questa celebre arte marziale va ricordato il Karate Day, celebrato nel Dojo Karate Kaikan di Okinawa ed in molte altre palestre nel mondo. L’evento si svolge il 25 Ottobre di ogni anno, in ricorrenza al primo Karate Day del 1936, quando numerosi maestri della disciplina si riunirono per definire le basi ed i concetti principali.